Maker del futuro: creare sostenibilità insieme
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- Tempo di lettura: 6 minuti
- 04.05.2020
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Foto: Gerd Altmann / Pixabay.com
Come possiamo dare ai bambini e ai giovani la possibilità di essere cittadini riflessivi e responsabili e di comprendere sfide complesse come il cambiamento climatico? L’approccio di co-progettazione può essere un percorso verso il successo. In questo articolo, una serie di punti di vista ed esempi di attività di successo sono forniti dalla professoressa Maija Aksela dell’Università di Helsinki.
Insieme facciamo faville!
L’istruzione è un elemento chiave nella sostenibilità (UNESCO, 2019). È essenziale promuovere l’alfabetizzazione scientifica e della sostenibilità e le competenze come il pensiero critico attraverso un’istruzione orientata al futuro e trasformazionale. La stretta collaborazione con gli scienziati del mondo accademico o gli specialisti in altri settori si è dimostrata molto fruttuosa a questo riguardo, come nell’ecosistema LUMA (una rete di 11 università in Finlandia). Quindici laboratori LUMA presso le università (come ChemistryLab Gadolin) stanno supportando la collaborazione con studenti, insegnanti, scienziati e altri specialisti. Attraverso visite e discussioni, i maker del futuro e i loro competenti insegnanti apprendono le basi e la natura della scienza nel contesto della sostenibilità, compreso il modo in cui viene consolidata la conoscenza scientifica (per esempio nella chimica green) e, con questo grado di sicurezza, intraprendono azioni basate sulla collaborazione.
Un efficace esempio di come creare tutti insieme un futuro migliore è il programma internazionale e pluripremiato StarT, nel quale gli studenti praticano la creatività attraverso l’apprendimento basato su progetti e collaborativo nei contesti educativi formali, non formali e informali dalla prima infanzia all’università.
L’approccio del co-design come modello
L’approccio del co-design, quello in cui i partecipanti possono appartenere a diversi gruppi di discenti (studenti, insegnanti, formatori di insegnanti, scienziati, altri specialisti o membri del settore industriale, famigliari), è un modo per convertire le più recenti ricerche e innovazioni nel campo della sostenibilità in pratiche che vadano a supporto del programma scolastico e della promozione dello sviluppo professionale degli insegnanti formando diverse comunità di apprendimento. Il programma nazionale LUMA2020 e l’International Climate Change Forum for Teachers sono esempio di processi di co-design di successo con scienziati e altri specialisti del cambiamento climatico, come nel corso International Global Challenges for Youth. L’approccio del co-design può essere facilitato da spazi di apprendimento creativo guidati e basati sulla comunicazione faccia a faccia e digitale, come i MOOC. Dal 2003 sono state co-sviluppate nuove soluzioni e innovazioni pedagogiche.
Altrettanto utili per l’apprendimento significativo sono gli ambienti di apprendimento non formali come i club e i campi residenziali di scienze, oltre che la pratica di iniziare a collaborare al più presto, fin dall’infanzia.
Foto: LUMA Centre, Finlandia
I discenti come co-designer
“Nelle nostre lezioni abbiamo imparato molto sui problemi ecologici del mondo, come le piogge acide, l’effetto serra, il buco dell’ozono e altri. Conosciamo tutte le ragioni per le quali si verificano questi problemi, ma io voglio sapere anche quali sono le soluzioni.” (Giovane partecipanti al campo scientifico non formale di LUMA)
Foto: International global challenges for youth / LUMA Centre Finlandia
Le domande, gli interessi, i timori e le azioni dei discenti sono punti di partenza fruttuosi per co-progettare l’istruzione verso l’alfabetizzazione scientifica e della sostenibilità. A quanto pare, infatti, le domande degli studenti riguardo al cambiamento climatico sono spesso simili a quelle degli scienziati. I discenti sono altresì inclini a un approccio alla sostenibilità più olistico, come la gestione di questioni sociali, morali ed etiche, oltre che le possibili soluzioni.
In che modo i maker del futuro possono essere coinvolti nella riflessione utile sulla sostenibilità? Ci sono svariati approcci pedagogici solidi, per esempio l’indagine basata sulle domande degli studenti. Perché non iniziare una lezione chiedendo agli studenti di formulare domande sull’argomento, di classificarle e pianificare azioni in base ad esse? Le piattaforme digitali possono essere utilizzate anche per “intervistare uno scienziato”, come nel caso di questa piattaforma sul cambiamento climatico. In particolare, promuovere le cosiddette “buone domande” – come e perché – può supportare le competenze del 21° secolo, tra cui competenze di pensiero di livello più alto finalizzate all’apprendimento significativo.
Educazione civica scientifica svolta con altri co-designer, come gli scienziati, potrebbe includere attività che aiutino gli studenti a partecipare alla risoluzione di problemi sociali e scientifici attraverso l’approccio STEAM, oltre che la possibilità di discutere questi problemi da diverse prospettive. Per esempio, i compiti potrebbero essere basati su domande come: Cosa posso fare io, cosa possiamo fare noi come gruppo e come decisori in diversi campi, per contribuire a risolvere il problema in questione? Insieme facciamo faville!
Maija Aksela è docente all’Università di Helsinki, e ha oltre 30 anni di esperienza come insegnante di scienze e chimica. Dirige il LUMA Centre Finland ed è interessata a creare un futuro globalmente sostenibile. È membro del Gruppo di lavoro finlandese di UNESCO e del Gruppo ALLEA sul cambiamento climatico.
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